PITTURA E QUADRI DI MONTAGNA

La montagna, da sempre, ha esercitato sull’uomo fascino e richiamo molto forti. Non a caso, in molte culture, la montagna è luogo sacro, la “casa” delle divinità, basti pensare all’Olimpo.

Solo una divinità infatti poteva abitare un luogo così pericoloso, abitato da animali selvatici, con terreni impossibili da coltivare e un clima rigido per molti mesi l’anno, ma allo stesso tempo ricco di paesaggi dalla bellezza senza pari, in grado di suscitare in chi li guarda stupore ed ammirazione.

Per secoli le montagne rimasero frequentate solo da chi vi nasceva, con grandi sforzi e fatiche fisiche per poter vivere, o da chi cercava rifugio perché la vita nella società non gli era più possibile.

I Naturalisti e la Montagna

Con la comparsa dei Naturalisti, e dei loro viaggi di studio, nel ‘700, la montagna cominciò ad attrarre anche persone che provenivano dalle città, studiosi appunto che dimostravano grande entusiasmo per cascate, torrenti, gole, valli e vallette, laghi, ghiacciai. E con essi i primi alpinisti, uomini temerari che sfidavano la natura per raggiungere le agognate vette. Dati i mezzi dell’epoca queste persone prediligevano il periodo estivo per le proprie attività in montagna.

Nell’800 si scoprirono le qualità terapeutiche delle montagne: l’aria fresca, il clima frizzante, l’acqua pura dei torrenti, il siero del latte, tutti questi elementi erano usati come cure per le malattie respiratorie, ad esempio, e le persone abbienti usavano soggiornare nelle Alpi per la propria salute.

Verso la fine del secolo, grazie al potenziamento dei mezzi di trasporto, dilagò in Europa la voglia di viaggiare, di visitare le montagne fino ad allora viste solo nelle illustrazioni, e di praticare gli sport invernali, pattinaggio e sci in particolar modo.

Dal viaggio terapeutico di lusso al turismo di massa, le montagne divennero luogo ideale per trascorrere le vacanze, sia estive sia invernali. Tra le due guerre mondiali si diffuse sempre più la passione per la neve tra le persone comuni, per dilagare dal secondo dopoguerra fino ai giorni nostri.

In questo ambito trova spazio la crescente richiesta di tele che ritraggono le vette, ed i pittori, con tavolozza e tela, si lasciano incantare dalla maestosità delle rocce, dalla dolcezza dei villaggi costruiti con pietra e legno, dalla calma infusa dai boschi ovattati in un gelido mattino d’inverno, quando la neve caduta la notte precedente rende l’atmosfera magica, ed ancora dall’ “enrosadira”, il fenomeno che rende le Dolomiti rosa al tramonto.

Le nostre Vedute Montane

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