La pittura del ‘900
Il Novecento, secolo dello sviluppo tecnologico industriale, ma anche delle grandi guerre mondiali, ha dato vita a numerose opere, quelli che oggi sono i nostri quadri antichi.
Gli artisti del Novecento vengono profondamente influenzati dall’epoca della velocità e della frenesia, nonché dai profondi mutamenti storici che cambieranno per sempre la società creando uno strappo profondo con il passato.
L’artista è portato sempre più a rappresentare il il proprio mondo interiore, abbandonando i precetti accademici classici in cui dominava il ricorso alla storia, alla mitologia, ad una rappresentazione del bello assoluto, in favore del “qui e ora”, di una rappresentazione della realtà quotidiana e dei sentimenti umani.
Questo processo, già iniziato nell’Ottocento con l’Impressionismo, diviene sempre più evidente nel corso del Novecento per evolversi e culminare nelle cosiddette avanguardie storiche.
I quadri del ‘900 aprono una finestra su un secolo in cui l’interiorità è profondamente scossa dai cambiamenti industriali, dalle guerre, dalla conseguente cancellazione degli equilibri sociali ed etici conosciuti, lasciando il posto ad una profonda instabilità che viene rappresentata con l’abbandono delle tecniche conosciute in favore di un’arte sempre più libera e innovativa.
I nostri quadri del ‘900:
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COD: QA51
68 cm x 55 cm
COD: QA49
cm60 x cm80
COD: QM183
cm 70 x cm 100
COD: QM181
cm70 x cm100
COD: QM172
cm60 x cm80
COD: QM179
70cm x 85cm
COD: QM180
cm60 x cm80
COD: QM176
cm60 x cm80
COD: QM103
cm56 x cm70
COD: QM159
cm33 x cm44
COD: QM160
cm33 x cm44
COD: QA47
cm49 x cm79
Art Nouveau
Il Secolo si apre con l’Art Nouveau, che sull’onda del rinnovamento dilaga nel mondo occidentale con l’intento di portare il senso del bello in ogni oggetto della vita quotidiana.
L’Art Nouveau si distingue nei vari paesi, assumendone caratteristiche tipiche e venendo così classificata con diversi nomi: Stile Horta, Liberty, Modernismo, Jugendstil, Secessioni, Modern Style. Dalle correnti moderniste deriva l’Art Decò, che proseguirà per il primo decennio del secolo. Molti aspetti di queste correnti verranno riproposti e potranno essere rintracciati lungo tutto l’evolversi del Novecento.
Le Avanguardie Storiche del ‘900
Attorno al 1905, ai primi sentori della crisi che di lì a poco avrebbe sconvolto l’Europa, nascono le cosiddette Avanguardie storiche, che si sviluppano in diversi movimenti raggruppabili in due ondate, fino alla Prima Guerra Mondiale l’una e fino alla Seconda Guerra Mondiale la successiva.
Ciò che accomuna le Avanguardie è il radicale cambiamento del linguaggio artistico, profondamente ricettivo e volto a trasmettere una potente carica espressiva, grazie anche alla libera sperimentazione di nuove tecniche pittoriche e nuovi strumenti di rappresentazione.
Questa rivoluzione artistica porterà alla luce la complessità del reale, evidenziando l’ambiguità della percezione umana e proponendo nuove interpretazioni e chiavi di lettura del mondo.
Innovazione e arte del ‘900
L’Arte del Novecento è anche specchio dell’innovazione culturale dell’epoca; il Surrealismo, ad esempio, è direttamente influenzato dalla nascente psicologia e quindi dagli scritti di Freud, anche se trova dei precedenti nell’opera di Klimt e al Simbolismo.
Anche le visioni cubiste, i divisionisti con il loro approfondito studio della luce, così come la pittura dinamica del futurismo e dell’astrattismo devono molto al fermento scientifico dell’epoca.
Troviamo infatti nomi come Albert Einstein, Maxwell, Max Planck Heisenmberg, che con le loro ricerche aprono una finestra su nuove prospettive, mettendo in dubbio e aggiornando le leggi scientifiche valide fino a quel momento. Accanto a ciò, anche la filosofia trova nuova linfa vitale con Schopenhauer, Nietzsche, Wilhelm Dilthey, Henri Bergson, George Simmel, tutti accomunati dalla definizione dell’intuizione e dello slancio come motore della vita e dell’azione creativa e dal porre in primo piano la relatività dell’esistenza.
Grazie a tutte queste nuove interpretazioni, l’Artista del ‘900 mette in dubbio prima di tutto se stesso e la propria interiorità, quindi il mondo che lo circonda, dove le leggi fisiche vengono rimesse in discussione dalle nuove scoperte scientifiche.
A fare da cornice a queste profonde innovazioni, troviamo le due Guerre Mondiali, che porteranno un’ulteriore senso di incertezza unitamente alla decadenza delle ideologie; con la Seconda Guerra Mondiale, e quindi con l’avvento dell’era atomica, anche l’idea di progresso viene messa in discussione di fronte ad un così triste risvolto della scienza. Queste caratteristiche si tradurranno nell’arte del ‘900 con toni spesso tragici.
L’espressionismo Francese e Tedesco
Ad inizio secolo, in Francia, si respira una frizzante aria di progresso e innovazione. La popolazione si riversa dalle campagne alle città e il fermento è tangibile.
In campo artistico, nell’anno 1905 a Parigi un gruppo di giovani pittori espone presso il Salon d’Automne suscitando grande scandalo e sconcerto presso il pubblico e ricevendo inoltre il totale disprezzo da parte dei critici d’arte. Tali artisti sono definiti dispregiativamente Fauves, belve.
Come spesso accade quando ci si trova di fronte ad una nuova, radicale idea artistica, l’espressività di questi giovani non è stata compresa; i Fauves propongono abbinamenti cromatici particolarmente vivaci, quasi violenti, spesso innaturali che hanno però la capacità di esprimere le emozioni del pittore attraverso il dipinto. Le forme sono semplificate, i limiti definiti da una linea di contorno netta, le tinte appiattite; i dipinti appaiono piuttosto semplici, come disegnati da un bambino.
Queste opere non affrontano dinamiche sociali o politiche, piuttosto riflettono la vivacità, la gioia di vivere che si respira ad inizio secolo, quando ancora le devastazioni della Prima guerra mondiale sono lontane.
Tra i principali esponenti di questa corrente artistica troviamo Henri Matisse (1869-1954), André Derain (1880-1954) e Maurice de Vlaminck (1876-1958).
Nel mentre, un gruppo di giovani pittori, accomunati dal desiderio di esprimersi liberamente e denunciare le ipocrisie della società, si riunisce a Dresda, in Germania, nel 1905.
La loro è un’arte inquieta, molto impegnata, fondata sull’utilizzo di colori innaturali e sulla resa di forme contorte e linee dure. In comune agli espressionisti francesi c’è l’assenza della prospettiva, l’abbandono dei canoni estetici quali la resa corretta dei volumi e dei chiaroscuri.
Con tecniche simili troviamo quindi due risultati contrapposti, da una parte il frizzante ottimismo della Francia, dall’altra la denuncia sociale degli artisti tedeschi.
Il Cubismo
Attorno al 1906 avviene l’incontro artistico di due tra i più famosi e importanti pittori della storia dell’arte: il francese Georges Braque (1882-1963) e lo spagnolo Pablo Picasso (1881-1973). Influenzati nella loro ricerca, tra gli altri, da Paul Cézanne e dall’arte e dalla scultura di alcune popolazioni tribali del “Continente nero”, questi due artisti svilupperanno un’espressività artistica totalmente innovativa. Dell’Africa, ad esempio, Picasso studia le maschere scolpite nel legno dagli uomini delle tribù, che gli trasmettono nuove idee ed interpretazioni dello spazio e delle forme.
E così, dalle sperimentazioni di questi due artisti, nasce il Cubismo, che va oltre le forme percepite trasformando ed astraendo la realtà in un processo di rappresentazione a partire dalla percezione che la nostra mente ha della realtà stessa.
La corrente artistica del Cubismo viene divisa in tre precisi periodi storici.
1907-1909: gli oggetti e le figure vengono semplificati e ridotti a forme geometriche; gli artisti propongono una visione multipla della realtà, ripresa cioè da svariati punti di vista contemporaneamente impressi sulla tela. Per esempio Picasso in alcune sue opere disegna due occhi anche in un volto ripreso di profilo.
1909-1911: in questa fase si ha un’ulteriore distorsione della realtà. Gli oggetti e lo spazio vengono infatti ridotti a solidi geometrici che vengono quindi scomposti e collocati sulle tele senza un apparente composizione logica. L’importanza del colore è in secondo piano, rispetto a quella delle forme. Questa fase viene conosciuta come Cubismo Analitico.
Nel 1911 ha inizio il cosiddetto Cubismo sintetico. Dopo aver subito l’analisi e scomposizione della fase precedente, l’oggetto viene ricomposto sinteticamente per ricercarne non tanto l’originale forma quanto l’essenza; riassume importanza il colore.
Futurismo
Il Futurismo è una delle correnti artistiche italiane più importanti e innovative della prima metà del XX Secolo. Nato innanzitutto come un movimento di pensiero e letterario si diffonde successivamente in altre forme d’arte tra cui naturalmente la pittura. Le idee alla base di questa corrente vengono pubblicate e riassunte dal poeta italiano Filippo Tommaso Marinetti quando pubblica su diversi giornali nazionali nel 1909 il celebre Manifesto Futurista.
I futuristi esaltano fondamentalmente il progresso, l’industria e le nuove scoperte tecnologiche, attraverso la resa del senso di dinamismo e velocità che permea la nuova realtà quotidiana, esprimendo la forza e l’azione, ma anche la violenza e la sopraffazione della guerra. Sulla scia del movimento letterario, alcuni artisti dell’epoca pubblicano nel 1910 un Manifesto, dove sono elencati i punti chiave della loro visione sulla pittura futurista.
Alla base delle loro opere sono la dinamicità, la velocità e il movimento. Abolendo le regole tradizionali della prospettiva, i pittori promuovono una rappresentazione del movimento dell’oggetto allungando e distorcendo le linee quasi fossero un prolungamento nello spazio e nel tempo dell’oggetto stesso.
Tra i più rappresentativi artisti del Movimento Futurista troviamo Umberto Boccioni (1882-1916), Giacomo Balla (1871-1958) e Gino Severini (1883-1966), Iras Baldessari (1894-1965).
Dadaismo
Il Dadaismo in arte è un Movimento artistico che viene costituito per la prima volta in Svizzera a Zurigo intorno agli anni 1914-1916. Inizialmente nato come una tendenza o una moda, ma anche come forma di protesta e di ribellione verso il degrado della guerra, influisce nel tempo anche sulle Arti visive, sul Teatro, sulla Grafica, la Letteratura e la Poesia.
Gli artisti appartenenti al Dadaismo infrangono le convenzioni dell’arte ufficiale, creando una forma artistica che è in realtà anti-arte. Contrari all’estetica, alle tecniche convenzionali, all’idea di rappresentare qualsiasi forma di ideale attraverso le loro opere, ma anzi propensi ad una estrema ribellione nel loro messaggio, i Dadaisti giocano con la loro creatività utilizzando tecniche come la fotografia, il Frottage e il collage, ma anche strumenti non tradizionali come l’aerografo, oppure trasformando oggetti di uso quotidiano in vere e proprie opere d’arte (tecnica conosciuta come ready-made)
Astrattismo
Sviluppatosi in Germania, Francia, Russia e Italia tra il 1909 e il 1912, l’Astrattismo esclude l’arte figurativa in favore dell’espressione dei propri sentimenti tramite l’utilizzo di sole forme, linee e colori.
Nei vari paesi assume diverse connotazioni; in Francia, discendendo direttamente dal cubismo, l’artista Robert Delaunay crea il cosiddetto cubismo orfico. In Russia, Kazimir Malęvič sviluppa nel 1915 il Suprematismo, che combina puri elementi geometrici, semplificazione di elementi figurati, ricercando quindi la “Suprema” essenza della visione.
La corrente forse più importante è però quella tedesca, in quanto influenzerà direttamente l’arte moderna di tutto il Novecento. Tra il 1910 e il 1912, Vasilij Kandinskij, fondatore del movimento espressionista Der Blaue Reiter, realizza degli acquerelli definiti da lui stesso “astratti”. Altro protagonista dell’astrattismo tedesco è Paul Klee.
In Olanda, pochi anni dopo, nasce un nuovo filone denominato Neoplasticismo, quando Piet Mondrian fonda la rivista De Stijl.
Metafisica
In contemporanea allo sviluppo del Futurismo, nel 1909 grazie a Giorgio De Chirico in Italia nasce un nuovo filone artistico, la Metafisica, che fu fondamentale per la successiva nascita del Surrealismo.
Rispetto al futurismo, basato su dinamismo e velocità, la metafisica è stasi, immobilità. Le tecniche pittoriche, così come i precetti della prospettiva, sono però quelli tradizionali.
Osservando un quadro metafisico, ci troviamo di fronte ad una scena apparentemente normale che, ad uno sguardo più attento, si rivela innaturale, quasi congelata in un istante senza tempo, con luci e prospettive che creano in noi una sensazione di estrema immobilità e silenzio.
La Metafisica verrà ufficialmente dichiarata tale solo nel 1917 dopo l’incontro tra De Chirico e Carlo Carrà. Al movimento aderiranno anche Giorgio Morandi, Alberto Savinio, Filippo De Pisis, Mario Sironi e Felice Casorati.
Pochi anni dopo, nel 1921 il gruppo della Metafisica si scioglie. Molti artisti si avvicinano alla corrente dei Valori Plastici.
Il Surrealismo
Il surrealismo è un Movimento artistico che nasce intorno al 1920 circa che riesce a coinvolgere pittori, intellettuali, persone legate al cinema, alla letteratura e alla poesia, arrivando a diffondersi in tutta Europa ed oltre. Nel 1924 André Breton pubblica a Parigi il Manifesto Surrealista in cui troviamo traccia della prima definizione del nuovo Movimento:
“Automatismo psichico puro, attraverso il quale ci si propone di esprimere con parole, la scrittura o in altro modo il reale funzionamento del pensiero. Comando del pensiero in assenza di qualsiasi controllo esercitato dalla ragione al di fuori di ogni preoccupazione estetica e morale.”
Il surrealismo è il processo in cui l’inconscio, che normalmente emerge nei sogni, si manifesta anche durante la veglia, permettendo di associare liberamente le parole, i pensieri e le immagini, senza freni inibitori o scopi particolari.
Surreale, “oltre” la realtà (sur-realtà), uno stato in cui veglia e sogno sono entrambe presenti e si conciliano.
La pittura surrealista presenta due tendenze diverse tra di loro.
La prima, la pittura surrealista Verista, annovera artisti come Salvador Dalì (1904-1989) e René Magritte (1898-1967). I quadri surrealisti rappresentano oggetti del mondo reale inseriti in contesti inusuali, dipingendo delle situazioni ambigue che portano l’osservatore ad essere confuso in quanto cerca di leggere l’opera con criteri normali.
La seconda tendenza, la pittura surrealista non figurativa, va oltre la rappresentazione della realtà esteriore per privilegiare esclusivamente quella interiore. Juan Mirò (1893–1983) e Yves Tanguy (1900-1955) sono tra i principali esponenti di questa tendenza, e giocano nei loro quadri con oggetti inventati, forme, linee e colori accostati in maniera inusuale.
Il Realismo Magico
Il Realismo magico unisce due tendenze, una realistica e una magica. I quadri derivanti da questa tendenza artistica descrivono un realismo preciso, avvolto però in un’atmosfera immobile, quasi magica, capace di generare stupore.
Il Realismo Magico si ricongiunge, nella tecnica e nei soggetti, ai classici del Quattrocento italiano, quindi a pittori come Masaccio, Mantegna, Piero della Francesca, pur venendo inevitabilmente influenzato dai diversi filoni artistici del periodo, come il tempo sospeso di origine metafisica e il primitivismo della forma.
I vari artisti protagonisti di questo movimento ne forniscono diverse interpretazioni; in comune hanno la trasfigurazione della realtà, che rimane il punto di partenza, attraverso l’immaginazione e lo stupore che rivelano il mistero dietro il mondo rappresentato.
Per descrivere la tecnica di pittura va citato Bontempelli:
“Precisione realistica di contorni, solidità di materia ben poggiata sul suolo; e intorno come un’atmosfera di magia che faccia sentire, traverso un’inquietudine intensa, quasi un’altra dimensione in cui la vita nostra si proietta”.
Prima di lui, Franz Roh aveva parlato di Verismo Magico, nel 1923, riferendosi a quella che sarebbe stata presto identificata come la Nuova Oggettività tedesca.
Esponenti italiani
I tre principali esponenti di questa stagione della pittura italiana sono Felice Casorati, Antonio Donghi e Cagnaccio di San Pietro.
Felice Casorati (1883-1963), con la poetica degli oggetti e il valore della forma, è considerato uno dei principali artisti del Realismo Magico. Egli, in contrapposizione alla tendenza generale della pittura dei suoi contemporanei volta alla ricerca dell’espressione attraverso il colore e il segno, mette in evidenza l’importanza della forma, dei piani, dei volumi, che esalta con un utilizzo del colore non realistico, ottenendo quella che lui stesso definisce l’architettura del quadro. Dietro questo approccio apparentemente statico, si nasconde in realtà la dolce ricerca della bellezza che si nasconde ad esempio nelle “anime estatiche e ferme, le cose immobili e mute, gli sguardi lunghi, i pensieri profondi e limpidi”.
Antonio Donghi e Cagnaccio di San Pietro rappresentano l’ala più ortodossa del Realismo Magico.
Antonio Donghi (1897-1963), romano, pur seguendo gli sviluppi artistici del periodo se ne mantiene sempre all’esterno, mostrando scarso interesse.
La sua è una pittura dalle tinte piatte e vivide, dai contesti statici, immobili, caratteristiche che arriverà ad accentuare negli anni Trenta con l’utilizzo di colori smaltati e brillanti.
Cagnaccio di San Pietro (Natalino Bentivoglio Scarpa, 1897-1946) è l’artista che condivide con la Nuova Oggettività tedesca la luce intensa, quasi impietosa, e le atmosfere raggelate. La descrizione iperrealista dei dettagli è evidente nel modo di descrivere con crudezza ogni piega della carne.